SIMONA TADINI: Nutrizionista, esperta in Nutrizione e Sport, master in Fitoterapia e Naturopata specializzata in Iridologia.

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Intolleranza al lattosio, intolleranza al latte, allergia al latte…che confusione!!!

Effettivamente stanno aumentando tutti i fenomeni di intolleranza e allergia, ma di pari passo aumenta anche la confusione.
Il “mal di pancia” dopo ave bevuto il latte o mangiato formaggio è allergia? E’ intolleranza? E’ intolleranza al lattosio? O al latte?
Spesso capita di sentir parlare di un fenomeno al posto di un altro, pensando erroneamente che si tratti della stessa cosa.

Facciamo chiarezza.latte

Intolleranza al lattosio. Si tratta di un deficit enzimatico che non permette di digerire lo zucchero del latte, il lattosio, appunto. Non è un fenomeno allergico, sebbene i sintomi spesso si manifestino quasi subito dopo l’ingestione dell’alimento. Nella maggior parte dei casi si tratta di una predisposizione, cioè, nel DNA c’è scritta l’informazione che poi porterà al manifestarsi dell’intolleranza. Spessissimo non è un fenomeno reversibile, cioè non basta astenersi per qualche mese dal lattosio, che “poi passa”, ma permane per tutta la vita. Occorre eliminare dall’alimentazione tutto ciò che contiene lattosio. Quindi, se un formaggio è molto stagionato e contiene solo tracce di questo zucchero, si può mangiare abbastanza tranquillamente.

Allergia al latte. Si tratta di una reazione allergica vera a propria che può dare sintomi non solo legati all’apparato digerente. In questo fenomeno sono coinvolte le proteine del latte che fungono da allergene e non il suo zucchero. Occorre eliminare l’alimento latte e tutti i suoi derivati, formaggi stagionati compresi.

Intolleranza al latte. Si tratta di un fenomeno che si potrebbe definire “infiammazione cronica di bassa entità”. In pratica: mangiando spesso un certo alimento, questo induce una risposta infiammatoria nell’organismo che si manifesta nei modi più svariati: dal sintomo gastroenterico classico quale gonfiore, scarica o semplice addominalgia a quello più strano e più difficilmente correlabile all’assunzione di latte, come comparsa di afte, cefalea o emicania, prurito, stanchezza, insonnia…Fortunatamente questo tipo di intolleranza non è permanente, ma basta semplicemente eliminare l’alimento in causa per qualche tempo, utilizzare fitoterapici specifici (come la boswellia o l’aloe) e l’intolleranza si risolve.

Mi auguro di aver chiarito un po’ le idee.
Di conseguenza ora diverrà facile intuire che esistono diversi tipi di analisi che permettono di indagare l’uno o l’altro fenomeno.
Quindi: il Citotest si utilizza nella ricerca dell’intolleranza all’intero alimento, il breath test per la ricerca dell’intolleranza al lattosio, mentre il RAST test si usa per la ricerca dell’allergia.

Un ultimo consiglio: non fate autodiagnosi, potrebbe essere pericolosa e fuorviante.